Vado o non vado? 8 punti da considerare prima di decidere (parte II)

… continua 

Dicevamo, la Madre di tutte le domande, quella in cui prima o poi tutti sbattiamo il naso: Vado o non vado?  Qualcuno cede al pensiero per un micromillesimo di secondo, qualcuno altro accarezza l’idea un po’ più a lungo, mesi, forse anni. Qualcun altro la trasforma nell’ossessione di una vita.
Ogni tanto capita che qualcuno si rompa le scatole, perché come tutte le domande amletiche anche questa è destinata a oscillare nella mente come un moto perpetuo, e decide che è arrivato il momento di decidere.

cambiare vita

Ma l’impresa si svela titanica, i dubbi affollano la mente, i “se”, i “ma” e i “però” attorcigliano i pensieri e si ingarbugliano in una massa indistricabile, al punto che l’unica decisione possibile sembra quella di non decidere (che è sempre una decisione).
È esattamente in momenti come questi di impasse che può essere utile tenere a mente alcuni punti. Dei primi 4 ho parlato nel post precedente:  Vado o non vado? 8 punti da considerare prima di decidere. Ecco gli altri 4.

5. Non tutti ti capiranno e non tutti ti appoggeranno

Per il semplice fatto che non succede mai. Non ha nulla a che fare con la decisione in se e per sé, tanto meno ha a che fare con te. Ha semplicemente a che fare con la vita. Non esistono applausi e consensi  unanimi, perché le persone vogliono cose diverse e sulla base di quelle interpretano il mondo. È normale che sia così. Se in più si tratta di una decisione che porta con sé conseguenze profonde e non ignorabili come licenziarsi, rompere un matrimonio, farsi tatuare Padre Pio su un braccio o decidere di andarsene dal proprio paese è ancora più complicato perché sono coinvolte emozioni e affetti.
Qualcuno non ti appoggerà semplicemente perché davvero non capisce che cosa ti sta passando per la testa. Forse è di un’altra generazione e non può capirti, non è che non vuole: sono solo due lunghezze d’onda diverse. Qualcuno invece non lo farà perché la tua voglia di libertà forse gli ricorda la sua immobilità e in fondo in fondo ti invidia un po’. Poi ci sarà chi non ti appoggerà perché ha paura di perderti. E questo lo capisci solo col tempo.
Perciò parlane, confrontati, chiedi consiglio se vuoi. Ma smetti di cercare l’appoggio degli altri e soprattutto non basarti su quante pacche ricevi sulle spalle per prendere la tua decisione. Gli altri non sono te, la loro vita non è la tua, i loro obiettivi sono diversi dai tuoi, le vie che percorrono per arrivare a una scelta non sono le stesse che segui tu.

Decidi con la tua testa. Anzi, decidi con il tuo cuore (vedi prossimo punto).

 

6. La mente spesso mente, il corpo (quasi) mai

La mente talvolta gioca brutti scherzi...

La mente talvolta gioca brutti scherzi…

È per questo che sopra ho corretto “Decidi con la tua testa” con “Decidi con il tuo cuore”. La mente è uno strano e complicato ingranaggio: a seconda di come la usiamo può essere il più utile degli strumenti o il più dannoso dei compagni di vita. È un organo sofisticato ma anche delicato, permeabile a condizionamenti, pregiudizi e false verità, tra cui rientrano quelle che abbiamo di noi stessi. Quando la mente sussurra una cosa non è sempre facile capire se sia farina del nostro sacco o se a parlare siano i condizionamenti a cui siamo abituati da sempre che fingono di sapere cosa è bene per noi.

Il corpo, invece, esattamente come il cuore, è sempre sincero. Ai limiti della brutalità. Durante il lungo travaglio che ha preceduto la decisione che mi ha portato qui a Chiang Mai, avevo un perenne blocco all’altezza della gola, una sorta di stretta che non allentava mai la presa. Che ci fosse qualcosa che non riuscivo a dire, a cominciare da me stessa? Indovinate un po’ come sta la mia gola adesso!

7. Se vuoi vedere il mondo felice, comincia da te

Una Kikkolen di qualche anno fa, felicissima per avere pescato il primo pesce della sua vita.

Una Kikkolen di qualche anno fa, felicissima per avere pescato il primo pesce della sua vita.

Tutto parte da noi, e non è egocentrismo. È puro e semplice buonsenso. Se non sei felice, credi forse che non si veda? Che gli altri non lo sentano?
Ti auguro di non essere stato indurito dalla vita al punto da esserti trasformato in un grande attore. Ma se anche fosse, non sarebbe comunque sufficiente. Come ogni cosa a questo mondo, anche il nostro malessere è fatto di energia e se anche facciamo finta di niente, anche se ci ricopriamo di sorrisi e ridiamo in continuazione, respira attraverso la nostra pelle e si spande attorno a noi.
Tragico? No, perché significa che è vero anche il contrario. Stati d’animo sereni, pensieri positivi e cuori felici si proiettano nel mondo che ci circonda influenzandolo, per il semplice fatto che tutto è energia e l’energia si muove e interagisce con altre energie. Esoterismo? Nient’affatto, basta ascoltare quanto dice la fisica quantistica, o leggere alcuni esperimenti sul potere del pensiero, come quelli, straordinari, condotti sull’influenza della meditazione in situazioni di guerre e criminalità (leggi qui e qui)

Perciò sii felice e poi siediti a goderti le vibrazioni del mondo che cambia attorno a te.

8. Avere un progetto è importante, ma non è indispensabile

La divinità induista Ganesha, il Distruttore degli ostacoli.

La divinità induista Ganesha, il Distruttore degli ostacoli.

So che molti life coach avrebbero da ridire su questo e so altrettanto bene che tanti veri o presunti guru si tratterrebbero dal ridermi in faccia solamente perché il bon ton zen non lo consente. E li capisco: cresciamo con l’idea che porsi un obiettivo sia il segreto del successo e il motore di un mondo che procede per punti segnati sul tabellone della mission e della vision. Darsi un obiettivo è importante, è vero: semplifica il lavoro, aiuta a piazzare un passo dietro l’altro in modo coerente senza deviare dal tracciato.
Ma “importante” è diverso da indispensabile.
Più passa il tempo più mi rendo conto che a fare la differenza non è avere un obiettivo, ma sapere dove si vuole andare. Sono due cose profondamente diverse. Puoi avere l’obiettivo più figo e dettagliato del mondo, ma se non sai dove vuoi condurre la tua vita, se non sai che persona vuoi diventare, avrai solo un involucro vuoto da mettere nello scaffale dei trofei.
Perciò chiarisciti su questo punto, domanda a te stesso dove vuoi andare. Perché una volta che lo sai, ne sei convinto e lo desideri con tutte le tue forze, la vita si schiude. Quel qualcosa di inafferrabile, che permea ogni cosa e che le religioni si dilettano a chiamare in modi diversi quando basterebbe un nome soltanto, spalanca le braccia e comincia a gettare doni. Persone che incontriamo, esperienze che viviamo, intuizioni, sogni, sensazioni: è lì il nostro progetto, che prende forma proprio sotto i nostri occhi. È lì, non nella laurea, o nelle aspettative dei nostri genitori, o in ciò che una volta desideravamo e che adesso non ci appartiene più.
Il progetto è ciò che ci chiama ora e si dipana di fronte a noi.
Tutto ciò che dobbiamo fare, prima per conoscerlo e poi per raggiungerlo, è aprirci alla vita e vedere quello che arriva. E poi cavalcare l’onda.

Sei d’accordo con me o pensi che l’aria mistica di Chiang Mai mi abbia fatto, con tutto rispetto, andare un po’ fuori di testa? J  
Ci sono altri punti che aggiungeresti a questi 8, magari perché ti hanno aiutato in prima persona a prendere una decisione importante della tua vita? Scrivilo nei commenti!

 

4 commenti

  1. l'ultimo punto è uno scontro di civiltà: oergnizzarsi allo spasmo e lavorare al massimo per avere tutte le migliori possibilità di avere quello che credo mi renderà felice, quando e se lo avrò; oppure essere, seguire il flusso, coscenti che il fine ultimo è il viaggio e non la menta; certo ci sono le bollette da pagare e il pane da mettere in tavola. in questo momento sono troppo zen per fare programmi multimensili, e troppo occidentale per fare a meno del mio assistente vocale ;P

  2. non sono per forza in contrasto le due strade: ci si può impegnare a fondo per cercare di fare ciò che si desidera e allo stesso tempo provare a rimanere fluidi,con gli occhi ben aperti sui segnali che arrivano. bisogna essere molto abili però! personalmente ho sempre fatto una gran fatica a conciliare i due aspetti. ma di una cosa sono sicura: il fine ultimo è davvero il viaggio, è lì che sta la vera bellezza e il rischio che si corre quando si "lavora al massimo" è di non avere più tempo per ciò che conta davvero..

  3. Felicità raggiunta, si cammina
    per te sul fil di lama.
    Agli occhi sei barlume che vacilla,
    al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
    e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

    Se giungi sulle anime invase
    di tristezza e le schiari, il tuo mattino
    e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
    Ma nulla paga il pianto del bambino
    a cui fugge il pallone tra le case

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