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Ricomincio da Chiang Mai: dal blog al libro

Volevo maggiore libertà: di azione, tempo, spazio. E un luogo che mi consentisse di lavorare quel tanto necessario a mantenermi ma non a trasformare una passione in una routine che presto o tardi mi avrebbe tolto energia vitale.
Volevo rimettermi uno zaino sulle spalle e vedere il mondo.
Soprattutto, volevo tornare a scrivere.

Nel gennaio del 2014 ho deciso di dare una svolta alla mia vita, in barba al comune “buon senso”, alle convenzioni, alle aspettative (mie e altrui) e pure in barba alla crisi. Finalmente ho fatto il passo che sognavo da tempo: rendere indipendente il mio lavoro da uffici, orari e luoghi. Dare una scossa alla mia tentennante esistenza, che era entrata in quel pericoloso circolo vizioso di giorni vissuti col pilota automatico. Volevo tornare a decidere della mia vita, per fare quello che davvero desideravo fare e non ciò che gli altri e la società si aspettavano da me.

Questi articoli sono il frutto di quindici mesi passati da editor nomade digitale tra Thailandia, Vietnam, Sicilia e Romagna. Sono comparsi per la prima volta sull’omonimo blog Ricomincio da Chiang Mai, aperto non appena varcata la soglia della Thailandia e della mia nuova vita, e sulla community letteraria Lop.com.
Svestire i panni della backpacker, che mi avevano più o meno fugacemente portato in giro per il mondo negli anni precedenti – con viaggi della durata minima di un mese fino al viaggio in van in Australia che mi vide scorazzare lungo le strade polverose del Down Under per la bellezza di 9 mesi, e indossare quelli più stanziali della nomade digitale mi ha permesso di restare abbastanza a lungo in ogni luogo da assorbirne un pezzettino di anima. Dando in cambio un pezzettino della mia.
Non aspettatevi perciò articoli giornalistici, ma nemmeno racconti di fantasia. Sono semplicemente impronte di vita, istantanee di viaggio assorbite attraverso gli occhi di una quarantenne che non ha mai smesso di cogliere il lato buffo dell’esistenza e di stupirsi di fronte alla bellezza di questo vecchio pazzo mondo.

Vuoi scoprire come da editor sedentaria sono diventata editor nomade digitale? Leggi qui la mia storia!

“Lasciare un lavoro fisso per reinventarsi un quotidiano come “nomade digitale”, con tutta l’eco di post-moderno che quest’espressione non può non evocare.
Essere freelance nella polifonica epoca del web, dei social network, di skype, skyscanner, agoda e della liquidificazione di tutto il liquidificabile.
Essere freelance senza trascurare nulla di quanto offre il contemporaneo, dunque la possibilità di lavorare dall’altra parte del mondo, sulle spiagge o sulle montagne della Thailandia, in una guesthouse economica in Vietnam e, perché no, quando si vuole anche a casa propria, ovunque sia, ovunque ci si senta, pur temporaneamente, a casa.
Un “ricomincio” che, intitolando questa raccolta di brevi racconti, esprime un momento in cui la scrittura emerge come distillato non dell’immaginazione ma della vita.”

 

Come acquistare il libro

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